Un nuovo modello di Parrocchia di qui al 2025
Il Santo Padre, Papa Francesco ha più volte ribadito alcune questioni relative alla Chiesa (e dunque alla Parrocchia) in uscita che Egli auspica come risposta dello Spirito Santo al cambio epocale che l’umanità sta vivendo. E’ come se le malattie spirituali da cui è colpito l’Occidente europeo avessero finito con il rendere sterile la Chiesa. La capacità di fecondità della comunità ecclesiale pare essersi esaurita e ci sembra di essere ormai lasciati senza figli. Forse, Egli dice, ci siamo chiusi in noi stessi e nel nostro mondo parrocchiale perché abbiamo in realtà trascurato o non fatto seriamente i conti con la vita reale delle persone che ci erano state affidate (quelle del nostro territorio, dei nostri ambienti di vita quotidiana), mentre il Risorto sempre si manifesta incarnandosi “qui ed ora”, anche in questo nostro tempo così difficile da interpretare, in questo contesto così complesso e apparentemente lontano da Lui.
Perciò il Papa ci invita a intraprendere un cammino nuovo della Chiesa di Roma e ci chiede, in certo senso, un nuovo esodo, una nuova partenza che rinnovi la nostra identità di popolo di Dio, senza rimpianti per ciò che dovremo lasciare. Dobbiamo, in altre parole, interpretare i fenomeni sociali e culturali alla luce della Parola di Dio e imparare a discernere dove e come Dio è già presente in forme assai concrete, seppure non tradizionali e “canoniche”, di santità. Per questo occorre che le nostre comunità tornino capaci di generare un popolo, capaci cioè di offrire e generare relazioni nelle quali la nostra gente possa sentirsi conosciuta, riconosciuta, accolta, benvoluta, insomma: parte non anonima di un tutto.
Il progetto pastorale della Diocesi di Roma
2019-2020: ascoltare il grido della Città. Dobbiamo lasciarci interpellare dal “grido”, cioè dal bisogno di salvezza delle persone. La Parrocchia è chiamata a maturare il desiderio della missione e del cambiamento pastorale necessario per realizzarla, a partire dal grido dei piccoli e dei poveri.
2020-2021: entrare in relazione con le persone della Città. E’ l’anno della Giornata mondiale della famiglia e dobbiamo verificare le relazioni all’interno della Parrocchia per attivare relazioni all’esterno di essa, alla luce e nello stile delle relazioni familiari.
2021-2022: ripensare l’evangelizzazione come annuncio. La Parrocchia mette a fuoco il “kerigma”, l’essenziale della fede a cui sempre tornare, anche in termini di chiave di rilettura della propria vita e della storia.
2022-2023: ripensare l’evangelizzazione come trasformazione del mondo. La Parrocchia riprogetta l’evangelizzazione e la vita pastorale nel quartiere, anche per ambiti di vita e non solo per determinazione territoriale, tenendo conto dell’evangelizzazione come annuncio e come trasformazione del mondo e affrontando la questione della ministerialità laicale nei luoghi della vita ordinaria, nei luoghi di lavoro, di riposo, di divertimento…
2023-2024: il popolo in cammino. La Parrocchia ripensa l’insieme della vita e della missione ecclesiale nella Città e nei singoli territori di essa, lo stile e i compiti dei vari soggetti ecclesiali, la propria organizzazione e le proprie strutture.
2025: Anno Santo
L’obiettivo dell’anno pastorale 2019-2020: «abitare con il cuore la città». Ci sono ora tutti gli elementi per esplicitare l’obiettivo del cammino ecclesiale 2019-2020: si tratta di avviare uno stile nuovo di presenza pastorale, fatta meno di cose da fare e più di ascolto e di relazioni amichevoli e familiari da creare o da coltivare con maggiore attenzione, tempo e disponibilità. Oggi nei nostri quartieri e nei nostri ambienti di vita tanta gente soffre di solitudine, di mancanza di relazione; non trova volti amici con cui condividere la propria vita, soprattutto il grido che si porta dentro. Proviamo ad immettere questo stile in tutto ciò che già facciamo e questo produrrà i suoi frutti. Non siamo un’efficiente macchina organizzativa di servizi religiosi e sociali, siamo prima di tutto una famiglia accogliente, che testimonia il vangelo con le parole e con le opere. Sappiamo farci prossimi ed ascoltare. Il nostro metodo consiste nello smettere di preoccuparci di noi stessi e nel guardare piuttosto alla vita concreta della gente (il «grido del mio popolo»), con sguardo “contemplativo”, cioè desideroso e interessato a riconoscere e scoprire la presenza di Dio. Rifacciamo alleanza con il territorio umano e geografico nel quale le nostre comunità parrocchiali e ciascuno di noi vive, mettiamo da parte rancori e diffidenze e testimoniamo un’autentica passione per la città dell’uomo, per il bene comune, e per Dio che abita in mezzo alle case. A partire da queste relazioni, saremo aiutati a capire meglio quale è il nostro compito evangelizzatore e che cosa il Signore ci chiede.
Itinerario e strumenti dell’anno pastorale 2019-2020: 1. Curare il cammino di fede, il cammino spirituale individuale e comunitario, nostro personale e delle nostre comunità; ritiri comunitari (avvento e quaresima), esercizi spirituali, liturgie penitenziali (quaresima). 2. Puntare all’ascolto contemplativo del grido della città cui sono chiamate le comunità parrocchiali nei loro territori (soprattutto negli ambiti: giovani, famiglie, poveri) valorizzando la visita delle case del quartiere, famiglia per famiglia, più prolungata nel tempo, senza fretta. 3. Lettura del territorio fatta da una “Equipe pastorale parrocchiale” che organizza una mappatura del proprio territorio
Calendario dell’anno pastorale 2019-2020: Ecco il calendario che emerge da queste linee programmatiche:
Settembre: ascoltare la città con umiltà e gratuità, senza interesse. La comunità cristiana si decentra e mette al centro “l’altro” per ascoltarlo con il cuore, dopo essersi tolti i sandali. Incontri di presentazione del cammino: lunedì 16 settembre: per i presbiteri e tutte le equipe pastorali; mercoledì 18 settembre: per gli operatori pastorali che realizzeranno l’ascolto dei giovani; giovedì 19 settembre: per gli operatori pastorali che realizzeranno l’ascolto dei poveri; venerdì 20 settembre per gli operatori pastorali che realizzeranno l’ascolto delle famiglie.
Ottobre: da adesso e fino alla fine dell’anno pastorale le parrocchie organizzano e realizzano l’ascolto delle storie di vita dei giovani, delle famiglie e dei poveri, esercitando gli atteggiamenti di fondo e attivando relazioni in stile familiare e informale con le persone del quartiere.
Novembre – Dicembre: esercizi spirituali per i presbiteri, in particolare quello per i parroci e per i direttori degli uffici pastorali, il ritiro di settore e il ritiro d’Avvento in parrocchia: aiuteranno a far maturare gli atteggiamenti dell’umiltà e del disinteresse nell’ascolto, ad affinare lo sguardo contemplativo, a percepire nella fede come anche nelle storie più dolorose la misericordia di Dio lascia il segno: al fondo delle tenebre c’è la luce, nella morte c’è la vita.
Gennaio – Febbraio: verifica su come sta andando il cammino diocesano nella nostra parrocchia per eventualmente “correggere il tiro”. Tavola rotonda sulla città di Roma. Inizio della lettura dei territori parrocchiali da parte delle equipe pastorali.
In quaresima (marzo – metà aprile il 26 febbraio è il Mercoledì delle Ceneri, Domenica 12 aprile è Pasqua). Nelle parrocchie: l’attenzione si concentra sulla beatitudine della povertà di spirito, come atteggiamento profondo da assumere per lasciarci guidare da Dio. Esercizi spirituali comunitari e liturgia penitenziali. Invito a partecipare all’unica eucaristia domenicale per le famiglie delle comunità etniche (una prima di Pasqua e una dopo). A livello diocesano: tavole rotonde sparse nel territorio cittadino sull’ascolto dei vari ambienti di vita.
Dopo Pasqua: organizzare delle feste di quartiere in cui invitare le tante persone incontrate ed ascoltate, non ultime le comunità etniche. Possono essere fatte in occasione delle feste patronali, oppure organizzando una veglia di Pentecoste in prefettura, magari in un luogo all’aperto del quartiere.